
Deposito fiscale: la nuova normativa
Il deposito fiscale: la normativa dal D.Lgs. n. 504/95 alla risoluzione del 2019
Le fonti che regolano il regime di deposito fiscale
Per deposito fiscale si intende una struttura autorizzata a trasformare, detenere, ricevere o spedire merci comunitarie e/o normalmente sottoposte ad accisa, ma per le quali è stato applicato un regime di sospensione dei diritti di accisa e di IVA. Tale autorizzazione viene concessa dall’amministrazione finanziaria in accordo con le procedure indicate da diverse fonti normative. Il core della disciplina che regola questo regime è contenuto nel Testo Unico Accise, D.Lgs. n. 504/95. A esso sono seguiti la legge n. 205/2017, la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 18 del 7 agosto 2019 e la risoluzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 1/D/2019 del 10 maggio. L’intero impianto costituisce un humus normativo accurato entro il quale muoversi per tutti coloro che intendono avviare il sito o usufruire dei servizi che questo offre.
Il deposito fiscale e il quadro normativo più ampio
Autorizzazione di avviamento del deposito fiscale
All’interno del deposito fiscale, possono essere stoccate le merci che non hanno ancora pagato l’accisa e l’IVA. Per avviare la struttura è necessario ottenere la licenza da parte degli uffici dell’Agenzia delle Dogane che attribuisce un codice di accisa. L’avviamento della struttura è, dunque, vincolato alla presentazione della domanda e al rilascio dell’autorizzazione. Inoltre, per usufruire del regime di sospensione delle accise, il depositario delle merci ha l’obbligo di versare una quota che non supera il 10% dell’imposta che grava sulla quantità di prodotti stoccabili nei serbatoi.
Inoltro della richiesta per il deposito fiscale
La richiesta di autorizzazione per l’istituzione del deposito fiscale deve essere presentata all’Ufficio delle Dogane con competenza territoriale rispetto all’ubicazione dell’impianto. La domanda è soggetta all’applicazione del bollo. Inoltre, è necessario produrre i relativi allegati. La richiesta deve, quindi, essere accompagnata da una planimetria aggiornata della struttura candidata a deposito fiscale. Inoltre, è necessaria una relazione tecnica che descriva l’assetto impiantistico, le tecnologie installate e l’attrezzatura necessaria a monitorare la quantità di merci introdotte ed estratte. Allo stesso tempo, devono essere chiarite le procedure per la gestione del deposito.
Obblighi per la gestione dei depositi fiscali
Controlli del deposito dell’amministrazione finanziaria
Per ottenere l’autorizzazione dall’Agenzia delle Dogane, è necessario adeguare la struttura e l’organizzazione al fine di garantire il rispetto delle norme. Anche una volta in possesso della licenza e del codice, il deposito è soggetto alla vigilanza da parte delle autorità che fanno capo all’amministrazione finanziaria. Fra gli oneri della gestione sono inclusi quelli legati alla contabilità dei prodotti detenuti e movimentati. In altri termini, tutte le merci stoccate devono essere registrate ed etichettate in conformità con le disposizioni. L’obiettivo è quello di evitare illeciti e frodi di ordine finanziario.
La risoluzione del 2019 e il pagamento dell’IVA sui carburanti
Nel 2019, l’Ufficio delle Dogane è entrato nel dettaglio degli obblighi fiscali per i depositi di carburante. In particolare, il documento indica che l’immissione in consumo o l’estrazione da un deposito fiscale prevede il versamento diretto all’Erario dell’IVA, con modello F24, senza possibilità di compensazione. Qualora l’IVA non dovesse essere versata, i gestori del deposito e il destinatario registrato sono obbligati in solido con il soggetto per conto del quale procedono all’estrazione o all’immissione in consumo dei carburanti.
Per maggiori dettagli sulle norme che regolano i depositi fiscali, confrontatevi con lo staff di G.C.S. International