Vendere all'estero

Vendere all’estero: sdoganamento e trasporto

Se sei un imprenditore italiano, hai sicuramente già pensato di espandere il tuo business e vendere all’estero. Ma come si fa per esportare i propri prodotti e vendere all’estero? In questo articolo ti forniremo alcune informazioni utili su come esportare all’estero e vendere i tuoi prodotti in nuovi mercati.

Vendere all’estero prodotti italiani

Il primo passo per esportare all’estero è capire le normative e le leggi relative all’importazione e all’esportazione nel paese di destinazione. Ci sono molte leggi e regolamenti che devono essere rispettati, come ad esempio lo sdoganamento merci. Per questo motivo, è importante affidarsi a professionisti esperti in questo campo, come ad esempio i broker doganali, che possono aiutarti a superare le barriere burocratiche e ad ottenere tutti i documenti necessari per l’esportazione.

Una volta superate le procedure burocratiche, è importante scegliere il mercato giusto per i tuoi prodotti. Non tutti i prodotti sono adatti ad essere venduti in tutti i paesi e per questo motivo è importante fare una ricerca di mercato accurata per capire quale sia il mercato più adatto per il tuo business. In questo modo, potrai capire quali sono le esigenze dei tuoi potenziali clienti e come adattare i tuoi prodotti per soddisfare le loro esigenze.

L’importanza del marketing

Una volta scelto il mercato di destinazione, è importante promuovere i tuoi prodotti in modo efficace. Qui entra in gioco il copywriting: devi essere in grado di creare un messaggio persuasivo e convincente per vendere i tuoi prodotti all’estero. Una delle strategie più efficaci per vendere all’estero è quella di valorizzare il made in Italy, che è spesso associato a prodotti di alta qualità e di design. Utilizza quindi questo aspetto distintivo del tuo brand nella tua comunicazione.

Infine, fai attenzione alla logistica: assicurati che i tuoi prodotti possano essere consegnati in modo sicuro e tempestivo. Scegli un partner logistico affidabile che possa garantirti una consegna veloce e sicura dei tuoi prodotti.

In sintesi, esportare all’estero e vendere i propri prodotti in nuovi mercati può essere un’opportunità di crescita per il tuo business. Ricorda di seguire le procedure burocratiche, scegliere il mercato giusto, promuovere i tuoi prodotti in modo efficace e fare attenzione alla logistica. In questo modo, potrai vendere all’estero i tuoi prodotti italiani con successo.

Per ulteriori informazioni su come vendere all’estero non esitare a contattarci.

Ravvedimento Intrastat

Ravvedimento Intrastat: cosa bisogna sapere?

Il ravvedimento Intrastat operoso è un istituto previsto dalla legge che permette la regolarizzazione della posizione fiscale e di pagare una sanzione ridotta, insieme agli interessi accumulati sui giorni di ritardo del pagamento.

Si ricorre al ravvedimento operoso quando il modello Intrastat  non viene presentato entro la scadenza. Questo modello è una dichiarazione in cui vengono riportate le operazioni di acquisto o vendita di beni e servizi che deve venire presentato dai titolari di Partita Iva.

Agenzia delle dogane Intrastat

Le aziende che acquistano o vendono beni all’interno dell’UE sono tenute a presentare una dichiarazione Intrastat mensile o trimestrale, a seconda del volume delle loro transazioni. Questo documento fornisce alle autorità doganali e fiscali informazioni dettagliate sulle merci che passano attraverso i confini dell’Unione Europea, compreso il loro valore, la quantità e l’origine.

Perché il modello Intrastat è così importante? In primo luogo, la compilazione della dichiarazione Intrastat è un obbligo legale per le aziende che commerciano con altri paesi dell’UE, detti paesi Intrastat. Se non si rispettano le scadenze per la presentazione delle dichiarazioni, si rischia di incorrere in sanzioni e multe. Inoltre, le autorità doganali possono imporre restrizioni sulle merci in base alle informazioni contenute nella dichiarazione Intrastat, ad esempio bloccando i prodotti che non rispettano le norme di sicurezza o che violano le regole commerciali.

Ma non è solo una questione di conformità legale. La compilazione accurata della dichiarazione Intrastat può anche offrire benefici aziendali tangibili. Ad esempio, la raccolta dei dati sulle transazioni commerciali può aiutare le aziende a identificare le tendenze del mercato e ad adattare la loro strategia di vendita in base alle esigenze dei clienti. Inoltre, le informazioni contenute nella dichiarazione Intrastat possono essere utilizzate per identificare nuovi mercati potenziali all’interno dell’UE.

Quindi, il modello Intrastat è un sistema importante per le aziende che commerciano con altri paesi dell’UE. La compilazione accurata delle dichiarazioni Intrastat non solo aiuta a garantire la conformità legale, ma può anche fornire informazioni preziose per migliorare le attività commerciali e individuare nuove opportunità di mercato. Assicurati di prestare attenzione alla scadenza Intrastat di presentazione della dichiarazione Intrastat e di compilare il documento con cura per massimizzare i benefici per la tua azienda.

Non esitare a contattarci per ulteriori informazioni sul ravvedimento Intrastat.

A.D.R. trasporto merci pericolose | Cosa dice la normativa?

Merci pericolose

Le merci considerate pericolose sono sostanze chimiche, materiali infiammabili, esplosivi, sostanze radioattive, sostanze tossiche, materiali radioattivi ed esplosivi. Inoltre, possono essere classificate come merci pericolose anche altre sostanze che possono essere nocive per l’ambiente e la salute umana.

Il trasporto di merci pericolose è un’attività che richiede una grande attenzione e competenza da parte degli addetti, poiché le conseguenze di un incidente relativo al trasporto di merci pericolose possono essere molto gravi.

Il trasporto di merci pericolose deve essere effettuato nel rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di sicurezza e di ambiente. A tal fine è necessario che l’azienda che si occupa del trasporto segua rigorosamente le relative procedure e abbia in dotazione l’attrezzatura adeguata per gestire al meglio queste tipologie di carico.

Normativa adr trasporto merci pericolose

Tale normativa suddivide in varie classi di pericolo le merci da trasportare. Ogni materiale è poi legato ad un codice di identificazione specifico chiamato numero ONU per essere facilmente individuabile e capire subito quali sono i rischi legati ad esso, e quindi le misure da mettere in atto.

Le classi adr sono:

  1. Oggetti e materie esplosivi,
  2. Gas,
  3. Liquidi infiammabili
  4. Materie autoreattive, solidi infiammabili ed esplosivi solidi desensibilizzati
  5. Materie soggette ad accensione spontanea
  6. Materie che sviluppano gas infiammabili a contatto con l’acqua
  7. materie comburenti
  8. Perossidi organici
  9. Materie tossiche
  10. Materie infettanti
  11. Materie radioattive
  12. Materie corrosive
  13. Prodotti diversi

Come quindi stabilito dalla normativa nominata in precedenza, la presenza di merci pericolose, e la natura del pericolo connesso, devono essere segnalate tramite etichette o placche unificate presenti sul veicolo per un’immediata identificazione del pericolo.

Spedizioni merci pericolose

A causa della delicatezza del trasporto di merci pericolose sono presenti diverse figure, ciascuno con le proprie responsabilità: speditori, trasportatori, destinatari, caricatori, imballatori, riempitori e scaricatori.

Inoltre, sempre da normativa adr, ogni impresa che si occupa di questo tipo di lavoro necessita di designare un consulente trasporto merci pericolose, il quale è incaricato di facilitare l’opera di prevenzione dei rischi per le persone, per i beni o per l’ambiente.

Non esitare a contattarci per ulteriori consulenze!

Registrazione bolla doganale

Registrazione bolla doganale: informazioni e procedure

Cos’è una bolla doganale

L’IVA sulle importazioni dei beni non è applicata con l’emissione di una fattura ma direttamente in dogana in relazione alla bolla doganale.

La bolla doganale è un documento rilasciato dalle autorità competenti agli importatori ed esportatori per stabilire il valore, il genere e la quantità del bene spedito.

Questo tipo di documento è molto importante perché è quello che permette alle autorità della dogana di far passare o no una spedizione. In pratica è essenziale per fare in modo che una spedizione passi la dogana senza avere problemi.

Quando registrare bolla doganale quindi? Essa va registrata quando avviene un import/export da o verso un paese fuori dall’Unione Europea.

Come registrare bolla doganale

La registrazione bolla doganale va fatta utilizzando la causale precaricata ‘A80-bolla doganale’. Grazie a questa causale la bolla va registrata specificando i soli importi in euro. Inoltre, va indicata loa Dogana che ha emesso il documento come fornitore sulla testata del movimento. Mentre nel campo ‘Nominativo di riferimento’ va inserito il fornitore estero.

A partire dal 9 giugno 2022 l’Agenzia delle Dogane ha soppresso il modello cartaceo con una procedura informatica, grazie all’aggiornamento del sistema informativo di sdoganamento.

Bolla doganale per importazioni

C’è bisogno quindi di registrare bolla doganale con dazio doganale e che attesti l’assoggettamento ad IVA delle merci importate. È la Dogana a determinare l’IVA e i dazi doganali dovuti, calcolandoli su basi imponibili diverse.

I dazi vengono determinati su una base imponibile che corrisponde al valore della merce di import con l’aggiunta del nolo extra-UE.

Mentre l’Iva viene determinata su una base imponibile che corrisponde al valore della merce, con l’aggiunta del valore del nolo extra-UE oltre che l’aggiunta dei dazi doganali precedentemente discussi.

La bolla doganale import è annotata nel registro IVA degli acquisti ai fini della detrazione dell’imposta assolta. I dati necessari per la bolla doganale di import come l’imponibile, l’aliquota e l’imposta sono contenuti nella casella 47 in corrispondenza del codice identificativo del tributo.

 Grazie al passaggio verso una procedura informatica piuttosto che cartacea tutte le dichiarazioni doganali di import vengono trasmesse al Sistema dell’Agenzia delle Dogane con una firma digitale. Queste vengono quindi registrate nel sistema ed acquisiscono piena efficacia.

Per maggiori informazioni contattaci!

Operatore economico autorizzato

Operatore economico autorizzato (AEO)

Un operatore economico autorizzato (AEO) è definito come una parte coinvolta nella circolazione internazionale di merci, in qualsiasi funzione, che è stata approvata da, o per conto di, un’amministrazione doganale nazionale come conforme agli standard di sicurezza della catena di approvvigionamento equivalenti.

Gli AEO comprendono, tra l’altro, produttori, importatori, esportatori, broker, vettori, consolidatori, intermediari, porti, aeroporti, operatori terminalisti, operatori integrati, magazzini e distributori.

Cosa sono gli operatori economici autorizzati (AEO)?

Secondo l’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD), un operatore economico autorizzato (AEO) è una parte coinvolta nel movimento internazionale di merci in qualsiasi funzione che è stata approvata da o per conto di un’amministrazione doganale nazionale come conforme all’OMD o fornitura equivalente standard di sicurezza della catena.

Creati per proteggere le catene di approvvigionamento globali dal terrorismo e da altre minacce, i programmi AEO esistono in paesi di tutto il mondo con vari nomi.

Oltre agli spedizionieri, gli AEO possono includere produttori, importatori, esportatori, broker, vettori, consolidatori, porti, aeroporti, operatori di terminal, magazzini, distributori e altre organizzazioni.

Operatore AEO e certificazione A E O

Da molti anni, in alcuni casi anche dagli anni ’70, le amministrazioni doganali sono sempre più coinvolte nella sicurezza della catena di approvvigionamento del commercio internazionale e più recentemente hanno sviluppato programmi di sicurezza in un contesto globale, l’operatore AEO fa parte di questi programmi.

Per questo i trader devono effettuare, in un certo numero di casi, investimenti sostanziali per ottenere il certificato AEO e devono continuare ad investire per mantenere tale status. Tuttavia, in cambio, le dogane spesso non offrono vantaggi sostanziali sotto forma di facilitazione commerciale, che aumenta il costo del commercio.

Di conseguenza, l’adozione dei programmi AEO dogana in tutto il mondo è lenta.

Quali sono alcuni vantaggi dell’AEO?

Ci sono molti vantaggi AEO. Per iniziare, collaborare con un operatore economico autorizzato per spostare le tue merci offre un trattamento prioritario per lo sdoganamento, spedizioni più rapide ed efficienti, nonché una maggiore sicurezza e una migliore attenuazione dei rischi (ad esempio, minori possibilità di deterioramento degli alimenti, ritardi doganali, ecc.).

Approfitta dei vantaggi AEO, collabora con un operatore economico autorizzato leader del settore, contattaci o visita il nostro sito!

Origine delle merci

Origine delle merci: certificato e dichiarazione in dogana

Negli scambi internazionali il concetto di origine delle merci in dogana è un punto particolarmente di rilievo, soprattutto ai fini della tassazione. L’origine della merce e il rispetto della normativa del processo di fabbricazione sono importanti anche per la tutela e la difesa dei prodotti tipici, locali e nazionali.

Origine delle merci ai fini doganali

Il regolamento UE  n.952/2013 (Codice Doganale dell’Unione), il Regolamento delegato UE n.2446/2015 (RD), il Regolamento delegato transitorio UE n.341/2016 (RDT), il Regolamento di esecuzione UE n.2447/2015 (RE), sono le norme vincolanti in materia di origine delle merci ai fini doganali.

Attraverso questi regolamenti le Autorità doganali possono attribuire la corretta origine ad una specifica merce. L’origine della merce riguarda il luogo in cui un prodotto è stato fabbricato, ovvero il “made in”, per poter stabilire il trattamento daziario di favore al momento dell’esportazione.

Origine non preferenziale

Questa definizione corrisponde a quello che comunemente viene definito il “made in”, ovvero poter definire l’origine e la provenienza della merce; tuttavia, non è sufficiente per poter usufruire delle agevolazioni daziarie al momento dell’esportazione.

Tale dichiarazione identifica, solamente, il Paese in cui la merce è stata prodotta, ha subito l’ultimo processo di lavorazione o trasformazione.

Origine preferenziale

Questa dichiarazione è sottoposta a norme più rigide in quanto consente di ottenere dazi favorevoli, per questo sono stati fissati dei criteri relativi a ciascuna categoria di prodotti:

  • cambiamento di voce doganale,
  • percentuale massima di semilavorati,
  • componenti e/o materie prime non originarie,
  • processo produttivo specifico, o una combinazione di questi criteri,

Questi elementi consentono di stabilire se le fasi di lavorazione effettuate su un determinato prodotto sono sufficienti a confermare l’origine preferenziale in quel determinato Paese.

All’interno dell’UE non ci sono distinzioni tra origine nei diversi stati membri; quindi, non ha alcuna importanza se i processi di lavorazione e trasformazione sono avvenuti in Paese piuttosto che un altro, l’importante è che siano all’interno dei confini dell’UE.

Certificato origine merce

Per attestare l’origine preferenziale viene rilasciato un certificato EUR1, questo deve essere compilato dall’esportatore o da un dichiarante doganale e timbrato dall’agenzia doganale.

Per avere maggiori informazioni sulla dichiarazione origine merce visita il nostro sito o contattaci!

carta doganale del viaggiatore

La carta doganale del viaggiatore

Carta cliente: cos’è e quali sono i diritti del viaggiatore

In Europa è stata introdotta una normativa, la carta doganale del viaggiatore, per chi viaggia con aerei, treni, autobus e navi, al fine di riconoscere i diritti dei viaggiatori nel caso in cui ci siano degli inconvenienti nel viaggio.

La carta del viaggiatore prevede il riconoscimento di garanzie in caso di vari inconvenienti:

  • Ritardo del trasporto;
  • Cancellazione;
  • Perdita del bagaglio;
  • Incidenti o infortuni.

Questi diritti sono riconosciuti attraverso regolamenti europei, una fonte legislativa applicata in ogni Stato membro dell’UE e sono quindi identici in tutti i paesi.

Storia della carta del viaggiatore

Questo regolamento nasce nel 2001 sulla base della normativa vigente, successivamente, è stata aggiornata con l’applicazione delle nuove normative messe in atto dai vari stati membri della UE e dalla UE stessa.

Con il nuovo Regolamento (CE) n. 261/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 febbraio 2004

Entra in vigore la quinta edizione della Carta con cui si abroga il regolamento precedente della CEE n 295/91 e si prevedono nuove regole per i ritardi e la cancellazione dei voli. Questa nuova normativa incrementa la somma relativa alla compensazione in denaro dovuta dai vettori di volo ai passeggeri in caso di soppressione di voli, cancellazione, ritardi prolungati. Tali multe sono, inoltre, estese anche ai voli low cost.

Nella carta del viaggiatore sono, anche, riportate tutte le informazioni riguardanti:

  • La valuta;
  • Il trasporto di animali;
  • Il trasporto di opere d’arte e beni culturali;
  • Le medicine;
  • Il controllo bagagli negli aeroporti;
  • Le merci contraffatte.

Nel 2009 arriva la sesta stesura della Carta che introduce importanti novità, soprattutto nella tutela dei passeggeri, infortunati, anziani e diversamente abili, definiti PMR: passeggeri a mobilità ridotta. Con questa nuova stesura vengono integrate anche delle restrizioni in materia di trasporto dei liquidi.

Una Carta importante

Questo regolamento è una fonte normativa importante sia per i passeggeri che per i tribunali a cui ci si rivolge per dirimere delle controversie in materia di viaggi.

Nella suddetta carta sono normati non solo i trasporti aerei ma anche tutti gli altri tipi:

  • trasporto ferroviario;
  • trasporto con autobus;
  • trasporto in nave.

Oltre a questo, però, nella carta del viaggiatore sono previste le principali normative vigenti nel campo dei controlli dei viaggiatori in provenienza e in partenza sia per i paesi europei che extra UE. Nella carta sono riportati tutte le disposizioni importanti riguardo alle procedure di sdoganamento dei beni e delle merci.

Se vuoi avere maggiori informazioni riguardo ai permessi da chiedere alla dogana italiana per il trasporti di particolari merci, visita il nostro sito!

Sicurezza dei prodotti e marcatura CE

Sicurezza dei prodotti e marcatura CE

Che cos’è la marcatura CE?

Il marchio Conformitè Europëenne (CE) è definito come il marchio di conformità obbligatorio dell’Unione Europea (UE) per la regolamentazione della sicurezza dei prodotti e dei beni venduti all’interno dello Spazio economico europeo (SEE) dal 1985.

Il marchio CE rappresenta una dichiarazione del produttore che i prodotti sono conformi al nuovo approccio dell’UE Direttive. Queste direttive non si applicano solo ai prodotti all’interno dell’UE, ma anche ai prodotti fabbricati o progettati per essere venduti nel SEE. Questo rende la marcatura CE riconoscibile in tutto il mondo anche a chi non ha familiarità con il SEE.

Come funziona il marchio CE?

Un marchio CE è un simbolo che deve essere apposto su molti prodotti prima che possano essere venduti sul mercato europeo. Il marchio indica che un prodotto:

  • Soddisfa i requisiti delle direttive europee sui prodotti pertinenti;
  • Soddisfa tutti i requisiti delle pertinenti norme europee armonizzate sulle prestazioni e sulla sicurezza;
  • È adatto al suo scopo e non metterà in pericolo vite o proprietà;

La presenza del marchio CE indica inoltre che è disponibile un’adeguata documentazione tecnica a supporto dell’uso del marchio, che può essere fornita dal produttore, dall’importatore o dalla persona responsabile dell’immissione del prodotto sul mercato dell’UE su richiesta.

Conforme ai requisiti del marchio CE dell’UE e conforme alle direttive

L’apposizione di un marchio CE su un prodotto è considerato un mezzo per certificare all’interno degli stati membri dell’UE che il prodotto soddisfa tutti i requisiti UE appropriati. Tali requisiti sono stabiliti dal QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO DAL REG.(CE) 339/93 AL REG.(CE) 765/2008.

Esiste un requisito comunitario che vieta la circolazione nei territori degli stati membri di prodotti non conformi a quanto previsto dalle direttive; dovrebbero essere intraprese azioni appropriate per rimuovere questi prodotti dalla vendita e dall’uso all’interno dello stato specifico.

L’importatore e/o il fabbricante devono adottare misure per conformarsi alle disposizioni di sicurezza, produrre i registri appropriati e decidere le procedure necessarie per mantenere la produzione conforme alle direttive. Il Marchio CE deve essere apposto per dimostrare la conformità a quanto previsto dalle direttive.

Visita il nostro sito o contattaci per maggiori informazioni!

Convenzione di Washington

Che cos’è la Convenzione di Washington o C.I.T.E.S.?

La Convenzione di Washington (o C.I.T.E.S.) è una delle misure volte a tutelare le specie animali e vegetali a rischio di estinzione, attraverso la regolamentazione del loro commercio e, in particolare, della loro esportazione e detenzione.

Nota anche come Convenzione CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), regolamenta sin dal 1975, anno in cui è stata siglata, il commercio internazionale delle specie protette in 130 paesi del mondo. Lo scopo di questo accordo è far sì che lo sfruttamento commerciale a livello internazionale di specie animali e vegetali rispetti criteri di sostenibilità per la specie e per l’habitat da cui proviene. 

La Convenzione di Washington e l’Europa 

La C.I.T.E.S. in Europa è stata recepita nel Regolamento CE 338/97, al quale hanno poi fatto seguito integrazioni e modifiche che hanno portato a una capillare catalogazione delle specie protette, come il regolamento CE 865/2006 e il regolamento UE 792/2021 (relativo alla corretta formulazione di certificati e documentazione prevista dal regolamento in vigore). 

Molto importante il regolamento di esecuzione CE 1587/2019, in cui vengono elencati nel dettaglio gli esemplari di animali e vegetali per i quali viene interdetta l’introduzione nei paesi dell’Unione Europea.

La Convenzione CITES in Italia: uffici e autorità competenti

In Italia la normativa, se possibile, è stata recepita con particolare rigore (L. 7 febbraio 1992, n. 150) e le restrizioni comportano il divieto di introdurre e possedere animali pericolosi o ancora l’obbligo previsto per le attività commerciali coinvolte di tenere un registro di esemplari vivi o morti o parti di questi delle specie elencate nel Reg. 338/97, allegati A e B.

Le autorità demandate alla gestione amministrativa della convenzione Washington nel nostro paese sono diverse: 

  • il Ministero della Transizione ecologica, nel ruolo di autorità di gestione; 
  • il Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali, che si occupa concretamente del rilascio del certificato CITES, avvalendosi a livello operativo del CUFA (Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri);
  • il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, al quale è demandato il rilascio delle licenze di importazione ed esportazione;
  • il Raggruppamento Carabinieri CITES e la Guardia di Finanza si occupano infine di effettuare controlli sul territorio (Carabinieri) e in dogana (Finanza)

Convenzione e certificato CITES: come muoversi?

La normativa, la documentazione necessaria, conoscere gli uffici doganali abilitati: sono tutte informazioni complesse che richiedono competenza e professionalità per poter essere gestite.

G.C.S. International, agenzia doganale di Bologna, garantisce ai propri clienti competenza, serietà e professionalità per la gestione di procedure CITES. Contattateci per richiedere i nostri servizi!  

contraffazione del marchio

La contraffazione del marchio e I diritti tutelati

La contraffazione è un fenomeno dilagante  che colpisce tutti i settori merceologici e si è diffusa a livello globale con un grave danno, sia per le aziende che per i consumatori.

La contraffazione dei marchi e dei segni distintivi viene punita dal Diritto Penale in quanto viola i diritti della proprietà industriale favorendo la concorrenza sleale  e lede la fede pubblica, in quanto infrange la fiducia dei consumatori nel prodotto industriale dello specifico marchio e li sottopone ,talvolta, a pericoli per la salute.

La contraffazione del marchio

L’art. 473 del Codice Penale stabilisce che “Chiunque, potendo conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 2.500 a euro 25.000”.

In altre parole l’imitazione, l’alterazione e la riproduzione illecita di un marchio registrato viene punita con sanzioni pecuniarie e anche la reclusione.

Il diritto penale punisce altresì chi commercializza  il prodotto contraffatto come indicato nell’art 474 del Codice Penale: “Chiunque introduce nel territorio dello Stato, al fine di trarne profitto, prodotti industriali con marchi o altri segni distintivi, nazionali o esteri, contraffatti o alterati è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 3.500 a euro 35.000”.

Inoltre,  chi acquista per la rivendita, consapevolmente, prodotti contraffatti per trarne un profitto, può essere accusato sia del reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti falsi che  del reato di ricettazione.

Presupposti del reato di contraffazione e azioni di difesa 

La tutela penale della contraffazione e la configurabilità del reato è riconosciuta soltanto se il marchio è stato registrato presso l’ufficio nazionale competente, o comunque nel rispetto dei regolamenti comunitari e delle convenzioni internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale e industriale (come stabilisce l’ultimo comma dell’articolo 473 c.p.).

Le possibili azioni di difesa per questo illecito fanno riferimento ad una complessa e articolata disciplina normativa  che attinge a:

  • Codici e leggi nazionali: Codice della Proprietà Industriale  e disposizioni del Codice Civile e Penale;
  • Provvedimenti e interventi legislativi europei: Regolamento (UE) 608/2013, Direttiva 2004/48 CE, Regolamento (UE) 2015/2424, Regolamento (UE) 2015/2424;
  • Trattati e regolamentazioni internazionali.

Per maggiori informazioni su questo argomento, contattaci.